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 Rating di legalità per le imprese

Rating di legalità per le imprese

D.L. 1/2012 convertito con L. 27/2012 e Regolamento di attuazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Il rating di legalità

E’ arrivato il rating di legalità per le imprese : la L. 27/2012 ha demandato all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) la creazione del regolamento in base al quale le aziende, su richiesta, possono ottenere questo rating che va da 1 a 3 [icon icon=”star”] “stelle”.

E’ subito evidente che non si tratti di una procedura obbligatoria per l’impresa, tuttavia a guardare più attentamente l’art. 5 ter della legge, ci si accorge che di questo punteggio verrà tenuto conto non solo in occasione dell’erogazione di contributi pubblici, ma addirittura all’atto della concessione del credito bancario. La 27/2012 infatti prevede che gli istituiti di credito che non tengano conto del rating, al momento dell’erogazione del credito alle imprese, debbano motivare per iscritto alla Banca d’Italia la loro decisione.

Ora, dato che la normazione sulla “legalità, trasparenza ed organizzazione” aziendale sembra proliferare senza sosta, non è azzardato ritenere che l’utilizzo di questo rating per la valutazione delle imprese diverrà imprescindibile e di uso comune.

Diamo un’occhiata più da vicino al regolamento.

Soggetti ammissibili al rating di legalità

Imprese il cui fatturato dell’esercizio precedente a quello della richiesta superi i 2 milioni di euro

Requisiti

Impresa individuale

Assenza di condanne e misure cautelari in capo al titolare o al direttore tecnico in materia di reati ex d.lgs 231/2001, in materia tributaria e di reati di criminalità organizzata e trasparenza.

Impresa collettiva

Assenza di condanne e misure cautelari nei confronti dei propri amministratori, del direttore generale, del direttore tecnico, del rappresentante legale nonché dei soci persone fisiche titolari di partecipazione di maggioranza, anche relativa, in materia di reati ex d.lgs 231/2001, in materia tributaria e di reati di criminalità organizzata e trasparenza, in materia fiscale, di tracciabilità dei pagamenti, di sicurezza e salute sul posto di lavoro ed in materia di buste paga e contribuzioni per i lavoratori.

 Modalità di attribuzione del rating

Soddisfatti i requisiti di cui sopra, l’impresa viene ammessa al rating di legalità con 1 “stella”. Il punteggio massimo ottenibile è di 3 stelle. L’impresa infatti, tramite una serie di condotte “virtuose” può incrementare il suo punteggio ottenendo dei “+”, tre di questi “+” si trasformano in una nuova stellina.

Le condotte che incrementano i punteggi vanno dall’aderire a linee guida, white list ecc., all’adozione di protocolli di trasparenza e soprattutto di un Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001, che in sostanza significa poi aderire alla maggioranza delle altre condizioni per ottenere questi “+” ed assicurarsi di non incorrere in condanne che minerebbero i requisiti dell’impresa.

L’impatto sulle aziende

Tre le riflessioni su questa novità nel panorama aziendale.

La prima è che se da una parte si può attendibilmente ipotizzare che l’utilizzo del rating diverrà sempre più stringente per l’erogazione del credito in tutte le forme dirette all’impresa, dall’altra esso potrà addirittura divenire lo strumento in base al quale le imprese potranno valutare l’affidabilità e la “virtuosità” dei loro partners commerciali.

La seconda è che per l’impresa, in particolare per quella che lavori in settori a stretto contatto col pubblico, si incrini il criterio della competitività in relazione al prezzo proposto dal fornitore o dal partner commerciale a favore di questa “virtuosità” introdotta dalla valutazione attraverso il rating.

La terza, e forse la più dirompente, consta nella considerazione che tutta la recente attività normativa che ruota intorno alle imprese si incanala verso l’imprescindibilità dell’adozione di un Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs 231/2001. Se infatti questo non sia un obbligo imposto dalla legge, diviene progressivamente un obbligo di fatto per l’operatività dell’impresa che vede la sua vita economica e produttiva sempre più sottoposta al dettato di questa normazione.

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